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In ricordo di Celestino Colombi, morto di paura

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Sembrava un dopo partita tranquillo quello di Atalanta-Roma del 10 gennaio del 1993. L’Atalanta aveva sconfitto la squadra capitolina per 3 a 1, confermandosi la terza forza del campionato. I tifosi della Roma se ne erano già andati, quando la ferocia della celere di Padova si abbatte sui tifosi bergamaschi, rimasti nel piazzale a bere qualcosa attorno al bar-edicola. La carica è devastante, molti sono i feriti, a un ragazzo viene rotto un braccio. Ma il dramma si consuma a cento metri dal baretto, in via dei Celestini. Un uomo di 41 anni, Celestino Colombi,  che sta passando nella zona per prendere l’autobus è la vittima. Non è nemmeno andato allo stadio e non è un tifoso, si è soltanto trovato nel momento sbagliato, nel posto sbagliato. La polizia sta correndo nella sua direzione, ma non fa nemmeno a tempo a colpirlo, perchè Celestino Colombi si accascia al suolo e non si rialzerà più. Sono le 16 e 30 di quel 10 gennaio maledetto. Celestino viene soccorso dai tifosi e giungerà all’ospedale Maggiore alle 17, dove i medici non potranno far altro che constatarne il decesso. Il cuore di Clestino non ha retto, l’autopsia confermerà il decesso per infarto, la polizia a volte può far morire di paura.

Nel video tratto dal documentario “Farebbero tutti silenzio“ vediamo delle immagini girate in quell’anno e le testimonianze di alcuni tifosi.

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